Sua Altezza Serenissima,
Presidente Nouvion,
Onorevoli colleghi,
Eminenze, Eccellenze,
Distinti ospiti,
Prima di tutto desidero esprimere i miei più sinceri ringraziamenti al Presidente Nouvion e ai suoi preziosi collaboratori per l’ospitalità e l’organizzazione della Nona Sessione Plenaria dell’Assemblea da parte del Consiglio Nazionale. Il Principato di Monaco ci accoglie per la seconda volta, consolidando cosí il proprio ruolo nell’APM e riaffermando l’importanza che esso da al Mediterraneo. Davvero Grazie di cuore.
Dò anche il benvenuto alle delegazioni ed ai parlamentari degli stati membri dell’Assemblea, i quali, ne sono certo, come sempre avvenuto nei nostri lavori, svolgeranno un ruolo fondamentale e costruttivo per disegnare il nostro programma strategico per i prossimi anni.
E’ con grande rammarico che devo informare l’Assemblea dell’assenza della delegazione siriana, che non ha potuto partecipare alla nostra riunione a causa del rifiuto delle autoritá francesi competenti a rilasciare un visto di transito per raggiungere Monaco. Si tratta di un fatto molto grave, considerando la natura stessa della nostra Assemblea quale strumento di diplomazia parlamentare al servizio della pace e della sicurezza regionale. Ho personalmente notificato la posizione della presidenza dell’APM all’ambasciatore di Francia in Italia.
Il mio saluto è rivolto anche ai numerosi ospiti, tra cui le autorità locali, i rappresentanti delle diverse istituzioni internazionali e regionali con le quali abbiamo ottimi rapporti di collaborazione, nonché i rappresentati diplomatici di diversi paesi che seguono da vicino il nostro percorso sulle acque del Mediterraneo. Un particolare saluto va ai rappresentanti dello Stato del Vaticano, dell’Assemblea Parlamentare dell’Asia e dell’Unione Interparlamentare, a cui siamo legati dalle comuni radici, e il cui Segretario Generale prenderà più tardi la parola. Sono anche orgoglioso di informarvi dell’interesse di altri paesi a diventare partner della nostra Assemblea, quali la Gran Bretagna con la propria appendice mediterranea di Gibilterra, la Federazione Russa, la Moldova ed il Sovrano Ordine di Malta, che ha giá formalizzato la procedura dopo un periodo di fruttuoso partenariato nell’azione umanitaria.
Il mio è anche un saluto particolare, perché giunge alla fine di quello che é stato il biennio della mia presidenza dell’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo, che é coinciso con un periodo particolarmente difficile ed impegnativo nella nostra regione.
“Nel Mediterraneo vi sono una serie di situazioni particolarmente complesse, alle quali, per un motivo o per un altro non sfugge nessun paese. Crisi sul versante della stabilità e la sicurezza, difficoltà economiche e finanziarie. Bisogna combattere il terrorismo e la criminalità organizzata e trovare i mezzi per una prosperità duratura per tutte le società della regione e sostenere e promuovere il dialogo inter-culturale. Tale obiettivo si può raggiungere solo attraverso una forte collaborazione tra tutti gli attori attivi nella regione, creando insieme una piattaforma per dar vita a sinergie e progetti comuni”. Queste che ho appena pronunciato sono le parole di uno dei miei predecessori, figura storica dell’APM, l’On. RADI del Marocco, in occasione della Terza Sessione Plenaria tenutasi qui a Monaco nel 2008. Eppure posso dire che sono più che mai attuali.
In un Medio Oriente dove spiccava l’ormai atavico conflitto irrisolto isrealo-palestinese, oggi si sono aggiunti ulteriori situazioni che coinvolgono in maniera assordante tutta la regione, e non solo, perché i due efferati episodi di matrice terroristica a Parigi hanno chiaramente spostato la lancetta del fenomeno criminoso Jihadista, verso il cuore dell’Europa e del mondo occidentale.
Il Mediterraneo è in difficoltà! E lo sono, per ragioni diverse ma ugualmente importanti, sia i paesi sulla sponda nord che quelli lungo le coste meridionali del bacino. Il mio pensiero va a quei popoli che hanno avuto il coraggio di ribellarsi e di sperare in un futuro migliore, soprattutto a quelli che hanno saputo superare il passaggio alla democrazia con dignità e collaborazione tra le diverse anime dei rispettivi paesi. Ci preoccupa invece l’impasse del processo politico in Libia, dove la sete di libertà e di diritti si è tramutata in una lotta di potere intestina e senza quartiere, che miete terrore e vittime.
Ci lascia particolarmente disillusi il regresso nei negoziati di pace tra Israele e Palestina, che ha visto il suo riacutizzarsi nel conflitto estivo dell’anno scorso a Gaza, teatro di ulteriori violenze e causa di allontanamento dal tavolo delle trattative. La Siria l’abbiamo quasi dimenticata, sopraffatta dalla rapida ascesa del gruppo armato che nel giugno 2014 ha assunto il nome di Stato Islamico, proclamando la nascita di un Califfato che, sotto la patina della religione e dietro le tattiche terroristiche, vorrebbe legittimarsi seminando, attravero la propria macchina militare, odio, terrore e violenza inauditi. In questa sede è opportuno richiamare quanto sostenuto già in tempi non sospetti dall’APM – a Oslo, in autunno, nella conferenza dei presidenti dei Parlamenti europei – sul fenomeno dei “combattenti stranieri” che partono dai Paesi europei e si recano in quelle terre per combattere, per poi rientrare in Europa rappresentando una minaccia per la nostra sicurezza. E’ un fenomeno crescente che mi colpisce davvero e che mi fa ribadire la richiesta a tutti i Governi della regione di porre in essere ogni strumento utile – e al tempo stesso di manifestare una piena volontà politica in tal senso – a voltare pagina mettendo da parte la pericolosa disattenzione degli ultimi anni i cui frutti vediamo ogni giorno.
Su questo punto specifico, ed a seguito della missione APM a New York in occasione dell’Assemblea Generale dell’ONU, lo scorso settembre, sono fiero di potervi informare che la nostra Assemblea ha ricevuto una richiesta dal Consiglio di Sicurezza per organizzare una serie di riunioni atte a contrastare il fenomeno dei “combattenti stranieri”, nell’ambito dell’azione internazionale contro il terrorismo, e che la prima di tali riunioni – dedicata al Maghreb – si terrá al Senato italiano a fine mese, con una partecipazione di personalitá europee di alto profilo, quali l’ex ministro della giustizia portoghese e il vice-ministro italiano responsabile per la sicurezza nazionale.
Tra le nostre priorità ha carattere di primaria importanza quella relativa ai fenomeni dell’immigrazione e della fuga delle popolazioni civili dai teatri di combattimento. Milioni di persone che perdono tutto, strappate dalle proprie radici. Dobbiamo ancora lavorare molto su questo versante, perché è inaccettabile lasciare donne e bambini vivere in queste condizioni disumane da una parte, e trasformare il Mediterraneo in un letto di morte dall’altra, a causa del traffico criminale degli immigrati. I drammi umani che si sono consumati e continuano a consumarsi nelle nostre acque colpiscono in modo fortissimo. Come dichiarato da Papa Francesco nel suo intervento dello scorso novembre al Parlamento Europeo:
• “Non si può tollerare che il Mar Mediterraneo diventi un grande cimitero”;
• “l’Europa sarà in grado di far fronte alle problematiche connesse all’immigrazione se saprà proporre con chiarezza la propria identità culturale e mettere in atto legislazioni che sappiano al tempo stesso tutelare i diritti dei cittadini europei e garantire l’accoglienza dei migranti”.
Peraltro, a proposito di Europa, tengo a evidenziare una considerazione sul rischio di un certo sbilanciamento, sulla spinta delle nazioni dell’Europa nordorientale, dell’azione continentale verso la sponda orientale a detrimento della necessaria attenzione verso quella meridionale. La crisi russo-ucraina è causa di forte preoccupazione per gli equilibri politici e militari a cavallo tra Unione europea e Russia. Ma ancor più forte è il rilievo strategico e direi globale di quanto sta avvenendo nella sponda sud-orientale del Mediterraneo.
Un rilievo strategico, peraltro, accentuato dalle ulteriori gravi conseguenze che potrebbero derivare dalla combinazione tra l’esplodere del fenomeno migratorio e l’affermarsi dello Stato Islamico, che nelle sue rivendicazioni fa riferimento all’obiettivo di compiere attentanti attraverso l’invio di combattenti.
Nell’ambito di tali considerazioni sul fenomeno migratorio, desidero quindi formulare un forte appello per una reale attenzione, da parte dell’Europa, alle vicende del Mediterraneo.
Altrettanto grave è la situazione della disoccupazione giovanile su entrambe le sponde del Mediterraneo. Qui, sfortunatamente, il mare davvero unisce. Unisce una generazione alla quale lasciamo poco spazio negli ideali e nelle aspirazioni più semplici…un lavoro per realizzarsi professionalmente e per costruire, una famiglia.
La disoccupazione e lo stato dell’economia vanno a braccetto e la crisi finanziaria ha messo in ginocchio popoli del nord e del sud del Mediterraneo, condannati ad una difficile ripresa e ad ulteriori sacrifici.
Complessivamento questo è lo scenario che ci troviamo ad affrontare all’inizio del 2015. L’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo è più che mai rilevante perché accoglie nel proprio consesso i popoli che vivono sulla propria pelle questo momento storico cosí difficile. L’APM è lo scacchiere sul quale si declina la dialettica del confronto, dove i parlamentari condividono le proprie esperienze nazionali, dove chi è in condizione di farlo tende una mano di sostegno per il bene comune, affinché i diritti degli uni siano i diritti degli altri, per progredire insieme verso maggiore serenità e pace.
Signori,
Dal punto di vista operativo, l’APM in questi ultimi dodici mesi ha dedicato tutte le risorse possibili per intervenire nel quadro del proprio mandato di diplomazia parlamentare. Le nostre missioni ci hanno portato da Mosca a New York, dalla Santa Sede al Cairo, dove abbiamo interloquito con i principali attori e offerto il nostro contributo. Abbiamo parlato con amministrazioni, governi, società civile, parlamentari e istituzioni, come le Nazioni Unite, le cui Agenzie sono impegnate in prima linea sul campo in operazioni umanitarie, con personale che spesso mette a repentaglio la propria vita per donare un sorriso ad un bambino. Oggi e domani, i miei colleghi Presidenti delle Commissioni e i Relatori sulle tematiche prescelte per i rapporti di questa sessione plenaria avranno modo di illustrare in dettaglio i risultati ottenuti da queste missioni mirate, tra le quali mancano, per motivi di sicurezza e delle condizioni sul campo, quelle a cui tenevamo particolarmente, cioè a Gaza e in Siria. Sono convinto che, appena la situazione lo permetterà, l’APM ritornerà, perché di ritorno si tratta, in queste aree di grande disagio e di conflitto. Non solo per solidarietà, ma per assistere nelle azioni concrete necessarie ad alleviare il dolore e portare speranza e aiuti umanitari. In queste azioni vorrei mettere in evidenza il ruolo particolare dei parlamentari e della diplomazia parlamentare, la quale può permettersi uno spazio d’azione molto più ampio di quello dei governi, dai quali si deve distinguere per finalità e obiettivi, usando come misura della propria azione la neutralità e la capacità di accesso che la contraddistingue.
Sono certo che nel corso del 2015 il mio successore, coadiuvato dai membri del nuovo Bureau che saranno eletti domani, continuerá su questa rotta. Nel frattempo, sono già fissate in calendario diverse iniziative, tra cui un’importante evento congiunto APM / ONU sulll’anti-terrorismo (come giá accennato), l’avvio di un progetto sui Diritti Umani per l’intervento rapido di missioni di parlamentari APM in situazioni di crisi, altre missioni in Medio Oriente, maggiori sinergie con l’Unione europea, e anche una visita alle Cortes a Madrid per invitare nuovamente la Spagna (e personalmente ritengo che non ci sia momento più opportuno per loro) a prendere in seria considerazione l’adesione all’APM, considerato che è stata uno dei paesi che hanno lavorato e spinto per la sua costituzione. Ad Oslo ho incontrato i presidenti delle Cortes, e da allora si é stabilito un dialogo fruttuoso che culminerá appunto nella nostra missione a Madrid.
Inoltre é con soddisfazione che vi informo che proprio a dicembre 2014, l’APM dei Progetti, è stata in grado di lanciare la propria Piattaforma Accademica per riunire sui temi più attuali il mondo universitario e della ricerca assieme ai nostri parlamentari per agevolare lo scambio di esperienze e conoscenze essenziali per il futuro dei giovani della nostra regione.
Se vogliamo, l’APM è una piccola realtà a livello internazionale, ma è il cuore che dovrebbe battere in ogni singolo paese del Mediterraneo, perché questo rappresentano i parlamentari che ad essa dedicano parte della loro legislatura.
I miei due anni di presidenza non sono stati facili. Ma mi hanno arricchito profondamente dal punto di vista politico e soprattutto da quello umano. Ho potuto consolidare ulteriormente le mie convinzioni sulle ricchezze che contraddistinguono i popoli del Mediterraneo. Nonostante le difficoltà che ho enunciato prima, restano alti i valori della famiglia e la ricerca di un futuro migliore per i nostri giovani. Sono vive le speranze e le aspirazioni. Noi politici e parlamentari abbiamo l’onere e il privilegio di essere non solo i rappresentanti dei nostri concittadini, ma anche la loro voce. Nel corso di questi due anni ho sostenuto con tutte le mie forze, in ogni occasione, l’alto e imprescindibile valore della diversità culturale del Mediterraneo, nel quale storie e tradizioni si incontrano come onde che dopo il primo impatto proseguono unite verso la medesima destinazione. Nella stragrande maggioranza i popoli del Mediterraneo sono composti di persone di buona volontà. Ci sono naturalmente le eccezioni e nel futuro dell’APM vedo un maggiore e un continuo impegno per recuperare una visione condivisa per il bene collettivo.
La mia Presidenza non sarebbe stata così animata senza l’apporto di tutti i membri del Bureau che hanno condiviso preoccupazioni, decisioni e azioni da intraprendere per il bene del Mediterraneo. Qui li ringrazio pubblicamente. Altresì desidero fare i miei complimenti al Segretario Generale, l’Amb. Sergio Piazzi e ai suoi collaboratori, per l’ottimo lavoro svolto malgrado le scarse risorse a disposizione. Pochi individui, tanta esperienza, contatti fondamentali e idee molto chiare al servizio dell’Assemblea: questo il senso del loro impegno.
Le attivitá svolte nel 2014 hanno dimostrato quanto la nostra assemblea abbia acqusito un ruolo proprio all’interno dello scenario regionale e internazionale. La nostra partecipazione ad eventi di rilievo per il Mediterraneo, nei settori politico, economico e sociale, ha portato il messaggio dei nostri parlamentari promuovendo la nostra visione per un Mediterraneo di pace. Colgo l’occasione per invitare i parlamenti nazionali ad accogliere le riunioni delle nostre commissioni permanenti. Il Calendario 2015 è già ricco grazie a tutta una serie di programmi che sono stati perfezionati dal nostro segretariato e che vedranno l’APM impegnata in una serie di progetti estremamente concreti quali la cooperazione con il Consiglio di Sicurezza dell’ONU per la lotta al terrorismo.
Prima ho rivolto un invito ai nostri parlamenti ad ospitare le riunioni delle commissioni permanenti. Come indicato dal Presidente Vauzelle nel corso dell’ultima riunione dell’Ufficio politico che abbiamo avuto a Roma lo scorso novembre, si rende necessaria una maggiore volontà politica dagli stessi per facilitare il mandato e le attività della nostra Assemblea in un Mediterraneo che non è più quello del 2007.
Di questo e di altri aspetti relativi all’efficacia della diplomazia parlamentare rappresentata dalla nostra Assemblea, si occuperà un panel indipendente di alto livello a cui affidare una riflessione più approfondita per sostenere l’elaborazione della strategia dell’APM per il prossimo futuro.
In tal senso, l’Ufficio di Presidenza ha raccomandato di affidare la guida del Panel a un nostro parlamentare, autorevole e di riconosciuta esperienza, capace di riunire in tale processo un numero selezionato di colleghi, con lo scopo di formulare delle raccomandazioni indipendenti, che saranno presentate al futuro Presidente dell’APM, col quale mi consulterò domani. Il mio successore sottoporrà queste raccomandazioni e le proprie osservazioni all’esame dell’Assemblea, in occasione della Decima Sessione plenaria che avrà luogo in Albania all’inizio del 2016.
Per chiudere, rivolgo un particolare augurio di buon lavoro al prossimo Presidente dell’APM, la cui candidatura sarà proposta dal gruppo geopolitico del sud, come previsto dallo statuto. Sono certo che insieme ai membri del nuovo Bureau continuerá nell’impegno di dare maggior lustro e visibilità all’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo, per assicurarle sempre più un ruolo dinamico e fattivo e per poter esplicare la propria missione di collante tra le popolazioni del mare bianco, che io auspico non si bagni più di lacrime e non si macchi più di sangue.
Concludo ringraziando di nuovo per l’eccezionale ospitalità il Presidente Nouvion e il Consiglio Nazionale del Principato di Monaco e auguro a tutti buon lavoro e una piacevole permanenza a Montecarlo. Viva il Mediterraneo e tutti i suoi popoli.
Grazie.